La costellazione del Cane Maggiore - Stelle degli Iblei

Stelle degli Iblei
Vai ai contenuti
Altri articoli

La costellazione del Cane Maggiore

Compagno di caccia di Orione


Prima pubblicazione Febbraio 2013 - Aggiornamento Ottobre 2018 - © Giada Scarnato
All rights reserved. Tutti i diritti sono riservati. E' vietato riprodurre, anche solo parzialmente, anche citando la fonte, il contenuto di questa pagina.



Nome italiano: Cane Maggiore
Nome latino: Canis Major
Forma genitiva: Canis Majoris
Abbreviazione: CMa

Cane Maggiore



Il Cane Maggiore è una piccola costellazione australe molto vicina al piano galattico e sfiorante la Via Lattea nel suo angolo nord orientale. E' visibile da tutte le regioni temperate della Terra e, a dispetto della sua estensione (380° quadrati), è ricca di stelle luminose, prima fra tutte la bellissima Sirio.

Nelle carte celesti antiche il cane della costellazione è rappresentato dritto sulle sue zampe posteriori e con la brillantissima Sirio che ne indica il muso.

La stella Sirio è stata essenziale per molti popoli antichi, specialmente per gli Egizi ancor prima del 2000 a.C., in quanto permise loro di elaborare dei calendari visto che il suo <<sorgere eliaco>> (ovvero la sua prima apparizione al mattino poco prima del Sole) coincideva col solstizio estivo e indicava, così, la prossima inondazione del Nilo.

In questa costellazione sono nove le stelle principali. Esaminiamole.


In questa pagina si parla di come individuare le costellazioni nelle 4 stagioni.

Cane Maggiore


α CMa: da tutti conosciuta semplicemente come Sirio, è uno splendore siderale dell'intero firmamento. E' la stella con la più alta magnitudine apparente (-1.46) corrispondente ad una luminosità apparente nove volte superiore a quella di una stella standard di prima grandezza e quasi tre volte superiore a quella del Sole dal quale dista solo 8.7 a.l. Il nome Sirio potrebbe provenire dal babilonese e significa "Stella dell'arco" (in relazione ad un arco da caccia di Marduk-Orione, in quanto il Cane Maggiore è uno dei compagni di caccia di Orione) oppure potrebbe provenire dal termine greco che significa "Infuocato" o "Lucente"; il suo none arabo è invece "Alhabor" col significato di "Colui che ha oltrepassato la Via Lattea" mentre il suo nome egizio è "Sothis" col significato di "Splendente" anche se, pian piano, indicò "Il cane" che, di guardia, annunciava l'arrivo della canicola. Infatti un po' tutti i popoli antichi la ritenevano una fonte di calore visto che, nei giorni della canicola estiva Sirio si trova vicino al Sole per cui era responsabile di quelle giornate particolarmente calde. Non solo. Sirio è anche presente in numerosi racconti magico-religiosi e mitologici.

La stella è di tipo spettrale A1, splende di luce bianchissima e, osservata, già con un binocolo, nelle fredde notti invernali (ma la si può osservare anche di giorno!) sfavilla di un intenso bagliore di innumerevoli colori dovuti alla scintillazione atmosferica. Essa non va mai oltre i 30-35 gradi di altezza sugli orizzonti mediterranei.

Possiede un notevole moto proprio (1.3"/anno in direzione SSW) che, invece di apparire rettilineo, mostrò, agli inizi dello scorso secolo, un carattere ondulatorio. Tra il 1834 e il 1844 l'astronomo Bessel misurò le posizioni di Sirio ed ipotizzò che essa avesse una compagna, un oscuro oggetto che gli orbitava con periodo di 50 anni circa. Successivamente, nel 1851, Peters calcolò gli elementi dell'orbita e, nel 1862, A. Clark riuscì a individuare una stellina di nona magnitudine: si tratta di una piccola stella densa (centinaia di migliaia di volte l'acqua) del tipo nana bianca, tipo spettrale A5, molto calda e molto luminosa. Questa stella è oggi conosciuta col nome di "Sirius B" ma è soprannominata "Il Cucciolo" anche se molto vecchia rispetto a Sirio A.

E' ardua, per l'astrofilo, l'osservazione visuale di Sirio B visto che questa stella satellite ha una magnitudine di circa 8.5 ed in più, non emergendo mai dall'abbagliante oceano di luce di Sirio A, anche se in teoria basterebbe un telescopio di 5 cm circa, in realtà è necessario uno strumento potente e vari artifici, tipo filtri attenuatori, dischetti occultanti, diaframmi obiettivi a sezione poligonale eccetera.

β CMa: il suo nome "Mirzam" ( o "Murzim") viene dall'arabo ed ha il significato di "Colui che precede" o "l'Araldo" (perché il suo sorgere annunzia l'apparizione di Sirio in quanto appare prima di questa). La sua magnitudine è circa 2 e, il suo tipo spettrale B1. E' un astro peculiare la cui luce emessa è di un blu intenso; è leggermente pulsante in splendore e dimensioni; ha un brevissimo periodo (poche ore circa) ed è considerata il prototipo delle stelle variabili di tipo spettrale B0, B1, B2, B3 che prendono proprio il nome di <<tipo Beta CMa>>. Mirzam si allontana dalla Terra ad una velocità di 34 km/secondo.

γ CMa: è una supergigante blu con magnitudine 4 e tipo spettrale B8. Nel 1800 Piazzi la chiamò arbitrariamente "Muliphein", cioè "I due istigati a violare il giuramento", nome che, effettivamente, appartiene ad alfa e beta Centauri e ad alfa e beta Columbae. Il suo splendore è inferiore a quello delle stelle ζ ed η e ciò è dovuto, forse, al fatto che la stella abbia potuto aver subìto variazioni di luminosità nel corso degli ultimi tre secoli, vista la sua classe spettrale: tale instabilità confermerebbe il fatto che il Montanari la vide sparire nel 1670 e il Maraldi la vide comparire nel 1693.

δ CMa: detta "Wezen", cioè "il Peso", questa stella è una supergigante eccezionale riuscendo ad emettere un flusso luminoso corrispondente a quello di 60 mila soli. Distante dal Sole circa 1500-1800 a.l., la sua luminosità apparente risulta, però, solo 1.86.

ε CMa: il suo nome è "Adhara" ("Le fanciulle"). E' una stella doppia di cui la primaria è blu, tipo spettrale B1 e magnitudine apparente 1.5, mentre la compagna è di ottava magnitudine.

ζ CMa: detta anche "Phurud", cioè "la Solitaria", è una supergigante blu a 400 a.l. da noi e 750 volte più brillante del Sole.

η CMa: è una supergigante blu, 50 mila volte più luminosa del nostro Sole ma distante da noi 2700 a.l. circa per cui la sua magnitudine è 2.4. E' conosciuta anche col nome di "Aludra" che significa "la Verginità".

μ CMa: è una stella doppia a forte scarto fotometrico: la principale, di colore giallo-arancio, ha magnitudine 5 circa, mentre la secondaria, di colore blu, ha magnitudine 8.6. Risulta un po' difficile da separare.

ο2 CMa: è una luminosissima supergigante blu posta a 3400 a.l. dal Sole; è una stella variabile e la sua magnitudine varia dai 3.5 ai 4 circa. E' accompagnata da ο1, più debole, che si trova a due gradi a ponente.

E' da ricordare anche la singolare binaria ad eclisse UW CMa (è la 29 CMa) costituita da stelle colossali sia per luminosità (16000 volte superiore al Sole) sia per massa (20 e 23 volte la massa del Sole). Le due compagne, orbitando molto vicine, si eclissano a vicenda ogni mezzo periodo. Questo sistema stellare, probabilmente uno dei più grossi e luminosi che si conoscano oltre che giovane, si mostra attorniato da un anello gassoso sfuggito (pare) nel corso dei tumultuosi processi di rimescolamento reciproco fra le caldissime fotosfere delle due componenti.

Tra gli oggetti non stellari ricordiamo:

NGC 2207 - IC 2163: coppia di galassie a spirale interagenti, con magnitudini di circa 12,3 e 11,6. I nuclei si vedono separati di 1',5 in direzione E-W.

M41 (NGC 2287): occupando un'area all'incirca equivalente a quella del disco lunare M41 è un bell'ammasso aperto già risolvibile con modesti strumenti (e preferendo bassi ingrandimenti per farlo rientrare tutto nel campo visivo). Contiene circa 25 stelle luminose (dalla settima alla undicesima magnitudine circa) tra le quali ne spicca una arancione al centro. Pare che sia stato menzionato, nel 325 a.C., da Aristotele che lo vide come una macchiolina diffusa.

NGC 2359: è una nube diffusa pressoché ovale con una struttura a filamenti ricurvi e al cui interno è presente una caldissima stella ad emissione, tipo Wolf-Rayet, di magnitudine 11.

NGC 2362: è un ammasso aperto che ha, al centro, la brillante gigante bianco/azzurra e doppia spettroscopica τ CMa, di magnitudine 4.39. Tutte le stelle che vi si possono osservare sono giganti blu di altissima luminosità. Dal diagramma H-R di questo ammasso si può dedurre che molte stelle ivi presenti sono delle protostelle, non del tutto stabilizzate perché ancora in via di concentrazione; si tratta, dunque, di un ammasso giovane con un'età non superiore al milione di anni.

In questa pagina trovi un elenco delle costellazioni con il nome latino e quello italiano, l'abbreviazione e la forma genitiva.

Le fotografie pubblicate nelle pagine di www.stelledegliiblei.it, ove non diversamente specificato, sono di proprietà esclusiva di Felice Placenti che ne è Autore e sono protette dalle leggi internazionali sul Copyright. Tutti i diritti sono riservati. Per l'acquisto delle fotografie occorre contattare l'autore. Ogni abuso sarà perseguito a norma di Legge.
Torna ai contenuti